WEART, Le Vigne di Zamò e l’artista Elisa Talentino raccontano il vino del Friuli con le illustrazioni

WEART, Le Vigne di Zamò e l’artista Elisa Talentino raccontano il vino del Friuli con le illustrazioni

Le Vigne di Zamò presenta WEART, illustrazioni ispirate alle peculiarità del territorio vitivinicolo friulano e al significato di sinestesia. Un’ispirazione nata in collaborazione con l’artista torinese Elisa Talentino, esperta in illustrazione, grafica d’arte, pittura e animazione. Una sincera e multiforme rappresentazione della cornice storico-culturale del territorio friulano e dei suoi vini. 

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WEART propone la rivisitazione di otto etichette dell’azienda vitivinicola guidata dai fratelli Pierluigi e Silvano Zamò, che Elisa Talentino traduce in un una rosa di figure femminili (soggetti amatissimi dall’artista e presenti in numerose delle sue opere) i cui gesti, movenze, colori e suggestioni individuano e raccontano le caratteristiche più emblematiche di ogni varietà, costruendo una narrazione del terroir e dei vini legate dal medesimo denominatore comune: la sinestesia.

Situata nella splendida località di Rosazzo in provincia di Udine, con 65 ettari coltivati a biologico, Le Vigne di Zamò ha da sempre espresso, attraverso la sua filosofia produttiva, un profondo rispetto per la propria terra, per la natura e le leggi che la regolano, traducendo questo credo nell’equilibrio dei suoi vini. Una terra, il Friuli, caratterizzata da una mélange di vitigni provenienti da diverse parti dell’Europa, retaggio storico dell’incontro tra popoli e culture diverse e della trasmissione di valori e intese.  

Ed è proprio dall’espressione di questa singolarità regionale che il “movimento” ha saputo dar vita alla ricchezza che investe ogni aspetto di questo territorio. Un territorio che, grazie all’ispirazione di Elisa Talentino, ha saputo tradursi in WEART. Noi siamo arte, arte di fare il vino, arte di indossare i panni della terra.

8 etichette per 8 vini: la rappresentazione del movimento attraverso l’arte e la figura femminile, come racconto del territorio vitivinicolo friulano.

Nel dettaglio:
 
RIBOLLA GIALLA: come il mosto che ribolliva in passato, la donna è rappresentata con una veste eterea a bolle, sospese su una mano.
 
TRAMINER AROMATICO: rappresenta la bora, con la danzatrice sospesa nel vento aggrappata a una fune.
 
CHARDONNAY: raffigura la ponca, terreno peculiare dato da alternanza di strati duri e teneri; la veste della donna riprende la schematizzazione a livelli degli strati che lo compongono.
 
SAUVIGNON: reminiscenza dei gerani selvatici, rappresentata con Artemide, dea dei boschi e della caccia.
 
PINOT GRIGIO RAMATO: il frutto della Pigna, rappresentata nella figura di un’antica divinità dei boschi il cui abito riprende la geometria dei semi della pigna, in mano un ramo di pino, un po’ come il vischio sotto a cui gli innamorati si baciano.
 
MERLOT: foneticamente il nome del vino riprende la parola Merlo, così viene rappresentato con i confini tra animale e figura umana, dove i movimenti si fondono flessuosi e le piume dell’animale si perdono nel vestito della ballerina.

SCHIOPPETTINO: come il croccare degli acini se schiacciati, così la danzatrice è in una posa energica, elettrizzante, esplosiva e tiene in mano una piccola esplosione di luce.
 
REFOSCO: colline verdeggianti, in cui la figura femminile dalla gonna morbida e sinuosa ricorda le ondulazioni delle colline. La sua superfice ospita un terrazzamento di vite e vegetazione.

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